L’IDEA NASCE DA UNA CONSAPEVOLEZZA “ZEN”: UN AMBIENTE LAVORATIVO ATTENTO AI BISOGNI DEI DIPENDENTI, E A UNA VITA PROFESSIONALE SOSTENIBILE, È LA MIGLIOR GARANZIA PER UN’ORGANIZZAZIONE PIÙ PRODUTTIVA
Roma - Luisana ama passare le giornate libere fuori dalla città. Aubrey ha un mutuo da pagare e Stefano vuole viaggiare. Cosa hanno in comune? Lavorano in Philip Morris Italia e possono scegliere i propri personalissimi benefit aziendali in un “catalogo dei desideri” realizzato dall’azienda per soddisfare le esigenze in base alle diverse per fascia d’età e ai differenti stili di vita. L’idea nasce da una consapevolezza zen : un ambiente lavorativo attento ai bisogni dei dipendenti, e a una vita professionale sostenibile, è la migliore garanzia per un’organizzazione motivata e più produttiva. In base ad un infallibile algoritmo, infatti, le politiche di Welfare e di Wellbeing aziendale aumentano il coinvolgimento e l’impegno. A spiegare come i benefit si possono trasformare in una sorta di “menù a la carte” è Paolo Le Pera, 45 anni, direttore Human Resources di Philip Morris Italia: «La strategia di Corporate Wellbeing di Philip Morris Italia è basata su tre pilastri – spiega Le Pera - il primo è il Welfare. Si tratta di iniziative a supporto della famiglia come una rete sociale di protezione, coperture assicurative e sostegno - in caso di malattie o invalidità - per le spese mediche». Poi c’è il Welness: «Tutte quelle iniziative che puntano a creare un’armonia tra vita lavorativa e il benessere fisico in ufficio ». Il terzo pilastro, ancora poco diffuso, è quello dei Flexible Benefit, cioè quei beni e servizi che un datore di lavoro può distribuire assecondando i diversi stili di vita, le situazioni familiari, le diverse fasce d’età e gli interessi culturali: «Intervenendo sul fattore della contentezza si rende la vita lavorativa più armonica con ciò che scorre ogni giorno fuori dall’ufficio. Il lavoro, insomma, deve introdursi nel percorso quotidiano in modo non traumatico». Come si traduce, nei fatti, questa sorta di armonia allargata? «La nostra normalità è inserire il tempo per la palestra all’interno della giornata lavorativa, oppure offrire la possibilità di lavorare in remoto. Abbiamo iniziato a disegnare il piano di Flexible Benefit nel 2012 e lo abbiamo introdotto dal 2015 – racconta Le Pera - con uno spirito molto “spinto” perché abbiamo trasformato tutti i benefit in punti che possono essere spesi all’interno di un portale. Un traguardo raggiunto anche grazie al supporto dei colleghi della rappresentanza sindacale». Nel portale dei desideri chiunque può adeguare i benefit a seconda che abbia una famiglia o sia single, che debba sostenere genitori anziani o figli piccoli, o che preferisca servizi per il tempo libero o sviluppo professionale. Per consentire ai colleghi di orientarsi al meglio l’azienda ha attivato un portale web che contiene tutte le opzioni. Il paniere è dunque ampio: «Ci sono viaggi, auto, supporto asilo, offerte di hotel. Tutto a seconda delle esigenze specifiche di una fase della vita sia professionale che personale». Attenzione però, il catalogo non è immutabile. Anzi: «Alcuni servizi sono inseriti o eliminati a seconda delle richieste dei dipendenti». I più richiesti? «Viaggi e corsi di lingua sono molto gettonati. La cosa importante è che la scelta sia ampia, un catalogo esiguo non avrebbe alcun senso ». Il catalogo Philip Morris Italia è funzione delle esigenze di una popolazione che ha 39 anni di media. Precisa Le Pera: «Leggiamo nelle scelte individuali l’evoluzione delle priorità della vita; all’inizio contano di più i viaggi e il tempo libero, poi con la famiglia compaiono le spese per asilo e scuola e infine diventa importante l’aiuto ai genitori anziani». Ecco allora i racconti di chi li ha scelti. Luisana Perillo, 29 anni: «Ho voluto usare i miei punti flex nell’area relax, così grazie al mio lavoro riesco a regalarmi ciò che mi piace». Aubrey Adofo Asiedu ha la stessa età di Luisana, ma esigenze diverse: «Ho in progetto di comprare una casa e la mia azienda mi sta aiutando in questo. Ho scelto di destinare i miei punti Flex ad un Fondo di Previdenza, una grossa opportunità per il mio futuro, dato che l’ammontare dei punti è consistente e facilmente tracciabile. Questa opzione è più semplice rispetto ad altre perché non mi vincola nell’utilizzare voucher per altre attività». Ancora diversa è l’esperienza di Stefano Acciavatti, 34 anni: «Uso parte dei miei punti per comprare buoni per viaggiare. Tendenzialmenteper raggiungere la mia ragazza che vive all’estero». Tiene infine a precisare Le Pera: «Ci sono dei benefit basilari per tutti che sono intoccabili, mentre l’entità di quelli aggiuntivi varia anche in base al livello professionale»
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