Kpmg ha condotto un’analisi internazionale su un campione di 315 amministratori delegati di alcune delle più influenti aziende globali, fotografando i cambiamenti avvenuti da gennaio, quando ancora non si sapeva cosa fosse il Coronavirus, a luglio, per avere così un quadro immediato dei mutamenti avvenuti in azienda.
Quello che emerge è che da gennaio la scala dei valori è cambiata.
Un esempio è la gestione dei talenti che nel mese di gennaio era all’undicesimo posto tra le priorità dei manager oggi, invece, è al primo posto tra gli obiettivi dei capi di azienda.
I manager sono preoccupati che una seconda ondata del virus, come quella che stiamo vivendo, possa avere un impatto negativo sia nel trattenere le figure chiave dell’azienda sia nella possibilità di reclutare nuovi talenti. La sfida principale adesso sarà quella di assumere nuove personalità ad alto potenziale in modalità online, quello che preoccupa quindi è il nuovo processo di recruiting.
Chiaramente a queste preoccupazioni si associa anche quella legata al nuovo modo di lavorare perché questo implica un elevato grado di fiducia da parte dei datori di lavoro verso i propri dipendenti che lavorano sempre più in modalità agile e dunque fuori dalle sedi aziendali.
Anche il tema della produttività è tra le principali preoccupazioni, infatti le aziende, percepita la necessità di aumentare la redditività, spesso si trovano a doversi confrontare con un numero risicato di risorse disponibili.
Quasi tutti gli intervistati hanno dichiarato di aver investito nella tecnologia durante il lockdown (80%). Al centro di questa trasformazione troviamo quindi gli investimenti nel digitale ma anche la necessità di riconfigurare i lay out aziendali tradizionali.
Gli scambi sono un altro dei settori in cui si sente l’esigenza di cambiare. La pandemia ha avuto tra gli effetti collaterali quello di un ritorno ai nazionalismi con pesanti limitazioni per gli scambi internazionali. Le catene di approvvigionamento vanno ridisegnate avvicinandole agli stabilimenti ed ai mercati nazionali.
L’ultimo ambito, ma non per importanza, è quello della sostenibilità ambientale. Le aziende si sentono pronte ad orientare la propria attività non solo al profitto ma anche a supporto della comunità in cui operano. Le aziende leader sono consapevoli delle aspettative crescenti che i consumatori nutrono verso di loro e si dicono pronte a guidare il cambiamento verso nuovi paradigmi di impresa.