La rivoluzione 4.0 è iniziata, molte imprese hanno investito in impianti di ultima generazione ma non riescono ancora a sfruttare le opportunità che derivano dall’integrazione tra meccanica tradizionale e digitale. Affinché gli investimenti possano fruttare bisogna investire in formazione. Le precedenti rivoluzioni industriali erano più lente, quella di oggi invece è repentina e impone un adeguamento immediato.
L’industria Italiana necessita di ammodernare i suoi macchinari che ad oggi risultano essere più vecchi e meno competitivi di quelli dei diretti competitor, come Francia e Germania. Sostituire un impianto industriale una volta era come comprare una macchina nuova che aveva solo un motore più potente e per condurla bastava solo mettersi alla guida. Non è più così. La macchina nuova è più complessa e non è scontato saperla guidare, bisogna formare i piloti.
C’è bisogno di digital skill di base per le nuove generazioni, la formazione deve essere finalizzata a potenziare competenze di raccolta, comprensione e lettura dei dati fondamentali per poter prendere le giuste decisioni. Oggi le informazioni disponibili sono tantissime e si devono formare le persone in grado di leggerle. La formazione non è solo un diritto dei lavoratori, è anche un’opportunità per l’impresa che se non viene colta, rischia di essere la causa del mancato adeguamento alla trasformazione 4.0.