Oggi le aziende decidono di coccolare i nuovi arrivati, costruendo appositi percorsi di accoglienza. Quindi, chi ben comincia è a metà dell’opera.Questa è la nuova tendenza che sempre più aziende decidono di adottare.
La sbrigativa presentazione dei colleghi e il veloce giro turistico vengono sostituiti da strategie di accoglienza mirate e personalizzate, che tengono conto delle caratteristiche personali dei nuovi assunti per creare un ambiente il più gradevole possibile, affinché il dipendente possa dare il meglio di sé.
Tecnicamente si chiama On-Boarding ma altro non è che il meccanismo attraverso cui i nuovi arrivati acquisiscono conoscenze e competenze per adattarsi ed integrarsi in azienda.
Un buon inserimento può aprire la strada a una collaborazione produttiva e duratura. Ma quali sono gli strumenti ottimali con cui le aziende dovrebbero accogliere i nuovi arrivati? Innanzitutto, l’On-Boarding prevede l’incontro con il manager di riferimento che illustra la cultura aziendale, le procedure, i compiti e le aspettative. Anche la partecipazione a riunioni periodiche si considera un ottimo modo per coinvolgere e aggiornare i neo assunti. Fino a qualche anno fa l’accoglienza del nuovo arrivato si concludeva dopo il terzo giorno di lavoro, oggi invece si protrae per un periodo di tempo più lungo, compreso solitamente tra i 3 e 6 mesi, ma può arrivare a durare anche fino ad un anno. Durante questo tempo l’azienda cerca di profilare percorsi personalizzati per favorire l’integrazione in azienda.
Una recente indagine condotta dal Top Employers Instituteha passato ai raggi X 600 aziende (tra cui 66 italiane) in tutto il mondo. Le imprese analizzate sono perfettamente consapevoli dei vantaggi che possono trarre da questa pratica, infatti secondo i dati, il 37% dei dipendenti cambia opinione sull’azienda per cui lavora già dopo il primo giorno di lavoro. Il risultato è che un lavoratore ben inserito nel gruppo aziendale è un lavoratore più motivato, sereno e che produce di più. “Un processo di On-Boarding efficace e ben strutturato – ha osservato l’amministratore delegato delTop Employers Institute, David Plink – dà la possibilità di disporre, più rapidamente, di dipendenti pienamente produttivi e consapevoli della cultura aziendale. In una situazione di mercato in cui i candidati hanno sempre più accesso alle informazioni relative all’azienda in cui andranno a lavorare – ha aggiunto Plink – un percorso di On-Boarding ben strutturato, capace di valorizzare l’integrazione sociale e culturale dei nuovi assunti, rappresenta un importante elemento di attrazione e di fidelizzazione dei talenti e aumenta sensibilmente l’appealing dell’azienda”.