Lavoro, quattro regole per non lasciarsi sfuggire i giovani talenti

REPUBBLICA.IT | 11 Gennaio

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I Millennial non sono come i loro padri. Se volete trattenerli in azienda pagateli per le loro competenze e offritegli un lavoro che preveda qualche trasferta perchè amano viaggiare e anche stare in un ambiente sereno e gratificante. E non è vero che sono bamboccioni: il 98% è disposto a cambiare città per una buona proposta

ROMA - Un'azienda assume qualcuno. Lo mette alla prova e capisce al volo che ha una marcia in più. Come trattenerlo? Un aumento di stipendio va sempre bene. Ma per non farsi sfuggire i migliori le aziende dovranno adottare tattiche diverse da quelle adottate un tempo. O meglio i Millennial non si tengono al guinzaglio esattamente come si faceva con i loro padri. E' quanto emerge da una ricerca di Uniplaces, brand leader nel settore degli affitti agli studenti, che ha interrogato in proposito 500 giovani italiani per comprendere cosa cercano in un lavoro i ragazzi del XXI secolo. Perché anche per le aziende attrarre e mantenere all'interno i migliori talenti è un aspetto importante in un mondo in cui comunicare e ottenere visibilità è diventato estremamente facile.

Basta con stipendi da fame. Un ragazzo su due (53%) una delle prime cose cui guarda è la retribuzione, sfatando così quel falso mito che voleva i Millennial poco interessati al peso della busta paga. Forse è stato così per un po', ma non lo è più. Non c’è da stupirsi del resto in un Paese dove le retribuzioni reali sono ferme da anni. Non solo. Per un neolaureato, che il più delle volte vive ancora tra le mura di casa, entrare nel mondo del lavoro significa raggiungere l’indipendenza economica, che in molti casi si ottiene con un'occupazione. Uno stipendio adeguato fa quindi parte delle aspettative e viene interpretato come un grande segnale di fiducia da parte dell’azienda. E non si tratta di aspettative esorbitanti. Chi ha sudato sui libri per portarsi a casa una laurea in discipline scientifiche ambisce a una retribuzione iniziale non inferiore a 1.200 euro. Meso "esosi" i neolaureati in materie umanistiche che si accontentano di una cifra tra i 900 e i 1.200 euro. Tutti sono d’accordo però su un punto: per attirare i migliori talenti, un’azienda non può offrire posizioni di responsabilità sottopagate. L’eccellenza ha un costo.

Il posto fisso un mito duro da cancellare. Sarà perché sono cresciuti tra pareti di casa confortevoli, assicurate dal posto fisso di papà, ma i Millennial italiani non sono propensi a cambiare lavoro troppo spesso. Tutto il contrario, ma la loro non è una scelta comoda, tutt'altro. Preferiscono imprese disposte ad accoglierli e a farli crescere internamente. Il 47% degli studenti intervistati dichiara infatti di valutare una proposta anche sulla base delle opportunità di carriera che offre. Si tratta di un aspetto prioritario, che i giovani valutano non solo prima di firmare il contratto, ma anche lungo tutta la propria esperienza lavorativa. Per alcuni (il 16%) solo una volta esaurite le possibilità di crescita arriva il momento di cercare altrove. Un ambiente di lavoro sereno è un altro fattore che fa la differenza per il 44% dei Millenians, ma a patto che le mansioni da svolgere siano gratificanti. E la fedeltà a un'azienda dove si lavora bene paga, tanto che solo il 22% afferma che cambierebbe solo se ci fosse una proposta migliore. Come dire che se le aziende vogliono migliorare i tassi di retention è necessario prima di tutto offrire un ambiente di lavoro accogliente e stimolante, nel quale i neoassunti percepiscano di avere davanti a sé un percorso di crescita.

La carta del Business travel
Viaggiare per lavoro è per i Millennial un fattore assolutamente desiderabile. Mettelo su un aereo ogni tanto e siete sicuri che non vi lascerà. Il 43% dei Millenian intervistati valuterà un’offerta anche sulla base delle opportunità di viaggio che offre. Girare il mondo anche se per lavoro costituisce per molti ragazzi un valore aggiunto. Dunque chi vuole fermare i talenti o attirarli è bene metta qualche occasione di trasferta nelle offerte di lavoro.

Bamboccioni? Tutt'altro. Dalla ricerca emerge la grande disponibilità dei giovani a trasferirsi in un’altra città per lavoro. Tanto che solo il 2% degli intervistati dichiara di tenere in considerazione la distanza dalla propria città d’origine nel valutare una proposta. Se un’opportunità è davvero buona, il 98% dei giovani italiani è disposto a fare le valige, pur di coglierla. Selezionare i candidati in base alla città in cui vivono è dunque un'errore. Si rischia così di farsi sfuggire i talenti migliori. Molto meglio per l’azienda concentrarsi sulle effettive competenze del candidato, perché sono l’unico elemento che farà davvero la differenza.

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