Lavoratori over 55: gestione del tempo e percorsi verso la pensione

4 Dicembre

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Un’esigenza sempre più sentita è quella che riguarda la gestione degli over 55 presente in azienda. La necessità è quella di costruire percorsi ad hoc per gli ultimi anni di lavoro per i lavoratori senior che prevedano l’adeguamento delle mansioni e l’accompagnamento verso la pensione.
Infatti, secondo i dati, il tasso di occupazione degli uomini di età compresa tra i 55 e i 64 anni è passato dal 42,1 % del 2014 al 61,7% del 2016. I progetti organizzativi per gestire l’invecchiamento dei dipendenti sono ancora poco diffusi e presentano molte differenze tra le grandi aziende e le medio piccole. Per queste ultime vengono adottate politiche di flessibilità oraria, rotazioni delle mansioni e utilizzo di gruppi di lavoro giovani-anziani. Utilizzato in minima parte è il part time incentivato (disponibile nel triennio 2016-18) che consente di ridurre l’orario lavorativo senza però diminuire i contributi previdenziali e contemporaneamente prevede la possibilità di incassare una retribuzione netta più alta rispetto alle ore effettive lavorate.

Per anticipare l’accesso alla pensione, in attesa della famosa Quota 100, le soluzioni oggi sono l’Ape e l’Isopensione. L’Ape aziendale, disponibile fino a fine 2019, prevede un supporto economico per quei lavoratori che decidono di uscire dell’azienda prima di aver maturato i requisiti necessari previdenziali. Più specificatamente per quei lavoratori a cui mancano massimo 3 anni e 7 mesi dalla pensione. Questo strumento inoltre è compatibile con la prosecuzione dell’attività lavorativa e può essere abbinata a un orario part time. L’Isopensione è accessibile dai soli datori di lavoro del settore privato con più di 15 dipendenti. Sinora è stata attuata da un numero esiguo di aziende (poco più di 300), anche se i vantaggi di questo strumento sono molteplici, infatti, nel caso di accordi sottoscritti entro il 2020 possono essere traghettati lavoratori a cui manchino fino a 7 anni dalla pensione anticipata o da quella di vecchiaia (36 anni di contributi o 60 anni d’età). L’Isopensione risulta essere più costosa ma più tutelante nei confronti dei lavoratori mentre l’Ape aziendale è uno strumento più flessibile e modulabile da parte del datore di lavoro, ma si riferisce ad una platea limitata e di età maggiore.

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