Il Gender Equality Index per un welfare sempre più rosa.

17 Luglio

Immagine per la news Il Gender Equality Index per un welfare sempre più rosa.

Il Bloomberg Gender Equality Index è un indice che misura l’uguaglianza di genere all’interno del settore dei servizi finanziari. Combina una serie di dati ambientali, sociali e di governance in grado di offrire ai clienti di Bloomberg una fotografia più nitida circa la reputazione, il valore e le performance di un’azienda. “Le politiche e le pratiche di uguaglianza di genere possono influenzare le performance finanziarie di una società, la sua produttività e la capacità di trattenere i migliori talenti” spiega Angela Sun, Responsabile strategia e corporate development di Bloomberg. “Mentre sempre più aziende si concentrano su come affrontare la parità di genere sul posto di lavoro, manca una visione complessiva del quadro. Il nuovo indice offre agli investitori un nuovo importante strumento decisionale, fornendo dati oggettivi, concreti, intorno ad aree difficili da misurare come le politiche adottate per incrementare la parità sul posto di lavoro”. Alla prima edizione 2016 dell’indice hanno partecipato 26 società di servizi finanziari - tra cui Allianz, Barclays, Bnp Paribas, Credit Suisse, Deutsche Bank, MasterCard e Visa -, impegnate da tempo nel conseguire la parità di genere e che prevedono un buon livello di trasparenza in termini di comunicazione verso l’esterno dei risultati ottenuti in questo campo. In un anno sono raddoppiare le imprese incluse in questa classifica, ad oggi sono 230 sparse in 36 differenti Paesi e rappresentative di 10 settori differenti. Tra queste società, tre sono italiane: Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Terna. L’ingresso comporta la predisposizione di piani importanti come, ad esempio, l’incremento delle quote rosa a tutti i livelli, una rappresentatività maggiore nella prima linea, una serie di misure di welfare aziendale, una uguale retribuzione, benefit di salute e wellness e incentivi mirati per sviluppare le carriere. Sono previste anche misure atte a favorire la fertilità. Roberta Accettura, Responsabile Personale e Change Management della Divisione Insurance di Intesa Sanpaolo, racconta come la presenza femminile, anche ai livelli più alti, abbia raggiunto livelli record nella Divisione Insurance della società. Carlo Messina, consigliere delegato, ritiene che valorizzare i talenti, soprattutto quelli femminili, è al centro delle strategie di crescita e sviluppo sostenibile dell’intero Gruppo Intesa Sanpaolo. La Divisione Insurance comprende circa 850 dipendenti, il 52,9% è rappresentato da donne, mentre i ruoli manageriali sono ricoperti per il 43,8% da personale femminile. “Spesso la gravidanza, o la crescita di un figlio piccolo, sono stati tra i principali ostacoli al completo riconoscimento del lavoro femminile, ma oggi assistiamo ad evidenti passi avanti” spiega Roberta Accettura, “le donne sono ancora quelle più numerose nel farsi carico di alcuni impegni familiari e dunque queste attività (come il progetto well-being o lo smart-working) aiutano loro, in primo luogo. Ma il lavoro flessibile e i servizi a disposizione aiutano indistintamente tutti.” Il welfare aziendale è sempre più rosa quindi. La quota dei servizi welfare utilizzati cresce con l’età del beneficiario e in generale è più altra fra le donne e in particolare fra quelle nella fascia 25-39 anni. Tra le aziende sta aumentando la consapevolezza che il benessere sociale ed i risultati di business crescono di pari passo. Cosa offrono le aziende oggi in Italia? Si passa dai corsi di gestione del tempo, per apprendere come lavorare in maniera efficace diminuendo lo sforzo, al carsharing, ma c’è anche chi offre anni sabbatici o permessi speciali per attività di volontariato. I risultati di queste policy ci sono. Le aziende più attive nel welfare ottengono risultati superiori alla media in produttività, miglioramento della propria reputazione e soddisfazione dei lavoratori. Il 59,2% delle imprese ha attivato iniziative nell’area della conciliazione tra vita lavorativa e familiare. In Lamborghini ad esempio i lavoratori possono decidere di convertire una quota della tredicesima in 40 ore di permessi aggiuntivi per il proprio tempo libero.

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