Globotica e telemigranti.

29 Marzo

Immagine per la news Globotica e telemigranti.

La globotica si sta insinuando nelle nostre vite in punta di piedi. Globotica è il neologismo che individua l’effetto della fusione tra la globalizzazone e la robotica.
L’economista del Graduate Institute di Ginevra, Richard Baldwin, nel suo ultimo libro The Globotics Upheaval: Globalization, Robotics, and the Future of Work spiega i pericoli tecnologici che ci attendono dietro l’angolo.
Grazie ai telemigranti, tanti posti di lavoro saranno sostituiti da lavoratori provenienti da altri paesi; sarà sicuramente più economico far leggere le radiografie in India piuttosto che in Italia. Quello che si sposta non sono più solo le merci e le persone, tra poco saranno le menti a spostarsi da una parte all’altra del globo. Il problema è che lo faranno a prezzi super scontati sulle piattaforme di freelancing online.

Lo stesso Baldwing si serve di una redattrice tailandese reclutata a Bangkok attraverso la piattaforma Upwork.com. Grazie a questi nuovi sistemi è possibile assumere e licenziare personale con un clic e per attestare le ore lavorate basteranno controlli periodici alle schermate del freelance in remoto.
Anche i nostri laureati italiani potranno telemigrare senza prendersi la briga di fare le valige ma dovranno essere pronti a combattere.

Le università cinesi laureano otto milioni di studenti l’anno, molti di questi sottopagati e pronti a diventare nostri colleghi o i nostri rimpiazzi.
I tele collaboratori potranno partecipare anche a riunioni importanti materializzandosi attraverso avatar dinamici. Non è Matrix, è la pura verità. Nella redazione di Wired la giornalista Emily Dreyfus ha partecipato al brainstorming di San Francisco.
«Avere come rivale un robot programmato a tavolino o un telemigrante (lavoratori che agiscono in teleconferenza da paesi lontani) sembrerà una mostruosa ingiustizia. Quando i colletti bianchi, gli impiegati, condivideranno la pena delle tute blu operaie, una forma di reazione sarà inevitabile», osserva Baldwin.
Grazie al machine learning i computer stanno superando il limite che separa l’obbedienza dalla cognizione. Questi robot infatti, eseguono i compiti per cui sono programmati ma imparano anche velocemente dall’esperienza.
Secondo gli studiosi la globotica investirà il settore dei servizi, ma quali saranno le professioni che si salveranno da questa tempesta digitale? Chiaramente quelle che richiedono interazioni continue e dirette, basate su abilità intrinsecamente umane, come, ad esempio, la socialità, il problem solving, o la creatività.

Secondo una ricerca dell’istituto Forrester, entro il 2026 il 16% dei posti di lavoro in America sarà distrutto dall’Intelligenza Artificiale, che creerà occupazione invece tra analisti dei dati, specialisti di robotica e creatori di contenuti.
Nasceranno nuovi lavori anche se è difficile prevedere quali, e di certo non possiamo sapere adesso se la distruzione di quelli vecchi proceda di pari passo con la creazione di quelli nuovi.

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