Dai primi provvedimenti della nuova legislatura, quale idea di lavoro?

28 Gennaio

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È importante fare una lettura dell’impatto, non solo economico, ma anche culturale e valoriale che questi provvedimenti stanno avendo sulla visione del lavoro e dell’impresa.
Analizzando provvedimenti come il decreto Dignità, la riduzione delle ore dedicate all’alternanza scuola-lavoro, l’anticipo dell’età pensionistica; l’appesantimento della tassazione delle imprese, banche ed assicurazioni, la riduzione del credito d’imposta sulla formazione dell’impresa, il reddito di cittadinanza, quello che emerge è una visione di forte rottura con il passato.

Si consolida una visione negativa del lavoro e dell’impresa. Con la riduzione degli investimenti sull’istruzione e le ore di alternanza scuola-lavoro il messaggio che passa è che l’esperienza lavorativa non sia centrale né tanto meno formativa. Messaggio rinforzato anche dal prevalere di forme assistenziali come il reddito di cittadinanza contrapposto alla riduzione di investimenti in formazione. L’investimento per acquisire competenze non è più centrale per i giovani, acquisirle è un processo lungo che coinvolge la scuola, le famiglie e le imprese.
Molti economisti, associazioni imprenditoriali, parti importanti della società civile e diversi sindacati hanno sottolineato la forte accentuazione assistenziale di tutti i provvedimenti economici a scapito di investimenti produttivi. Federmeccanica ha lanciato una petizione online a sostegno dell’alternanza scuola-lavoro e Alberto Dal Poz, presidente di Federmeccanica, è intervenuto denunciando con forza la riduzione degli investimenti nella formazione e Industria 4.0.
L’investimento nella formazione avanzata e continua delle persone è l’unica soluzione in un’epoca come la nostra, di forte cambiamento e rivoluzione tecnologica.

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