L’emergenza Covid ci ha fatto scoprire davvero cosa significhi lavorare da casa. Chi può lavora da remoto, questa è l’indicazione del decreto che regola la Fase 2, questo per non sovra affollare uffici, fabbriche e mezzi pubblici.
Forse possiamo dire che l’emergenza è stata un trampolino di lancio per il lavoro agile, in questa circostanza molti si sono resi conto e hanno potuto tastare con mano i vantaggi e gli svantaggi di questa modalità di lavoro.
Pare che terminata la Fase 2 nulla tornerà come prima e nella Pa si parla già di uno smart working circa del 30% dei dipendenti. E le imprese? Nemmeno per queste si tornerà alla normalità tanto velocemente. In questa fase, come ben sappiamo, si devono rispettare i vari protocolli e il distanziamento sociale, ma terminata questa fase lo scenario potrebbe cambiare, soprattutto per quanto riguarda il lavoro agile. Secondo un’indagine di Manageritalia, svolta sui dirigenti del terziario, prima della pandemia il 72% delle imprese non prevedeva lo smart working o solo per alcuni, nell’emergenza invece solo il 14% non lo ha adottato. Secondo le stime per il 51,1% la produttività delle aziende è aumentata o rimasta allo stesso livello. Questo dato è sicuramente incoraggiante e suggerisce un’implementazione di questa modalità di lavoro, soprattutto per sfruttare al meglio le diverse possibilità che questo offre, sia per i lavoratori che per gli imprenditori.
La “rivoluzione” che il lavoro agile può apportare nel mondo del lavoro è proprio il passaggio da un sistema di valutazione basato sul tempo a uno basato sugli obiettivi raggiunti dal lavoratore. A seconda delle necessità organizzative, potranno essere accordate fasce orarie di reperibilità, o al limite, momenti della giornata in cui è necessario che il dipendente sia “presente”, magari per coordinarsi con gli altri lavoratori del proprio reparto/team.
E per quanto riguarda la Privacy? In questa circostanza il potere di controllo del datore di lavoro può essere effettivamente esercitato solo attraverso gli strumenti tecnologici utilizzati dal dipendente per svolgere la propria attività lavorativa.
Quella a distanza è l’unica forma di controllo possibile nel lavoro agile, chiaramente per quella parte di prestazione svolta fuori dai locali aziendali.
Per verificare a distanza i risultati della prestazione del lavoratore in smart working, e per non ricevere brutte sorprese, è indispensabile costruire meccanismi di controllo trasparenti, proporzionati e non eccedenti rispetto alle finalità che stanno alla base del controllo stesso.