In Italia c’è un grosso problema di competenze e di orientamento dei giovani nel mondo del lavoro. Tanti giovani sono inattivi perché la scuola non è riuscita ad attirali. Il mercato ora ha bisogno di profili altamente specializzati, persone che potrebbero creare valore per le aziende che si trovano ad affrontare la digitalizzazione.
Ci sono molti professionisti che, secondo l’ad di Gi Group, Stefano Colli-Lanzi, potrebbero essere inseriti immediatamente in azienda, “figure professionali che la scuola oggi non è in grado di formare”. Per sopperire a queste mancanze Gi Group ha avviato da un paio di anni le Gi Group Academy, cioè progetti di formazione intensivi per dotare le persone di skills spendibili sul mercato del lavoro. Tra il 2016 e il 2017 sono state formate almeno 1.300 persone e l’85% di queste è stata inserita in azienda.
Gi Group negli ultimi mesi è entrata con forza nel mercato estero del recruitment specializzato, acquisendo Markc Sattin, società inglese che si occupa di ricerca e selezione del personale con profili “professional” da inserire in aziende che operano nel settore finanziario. Questo per garantire al gruppo di accrescere la sua presenza in Irlanda e Regno Unito dove è presente già da tempo.
Subito dopo è arrivata l’acquisizione di Grafton, uno dei principali fornitori a livello europeo di permanent recruitment & temporary staffing, con una presenza consolidata in Repubblica Ceca e Polonia, Ungheria e Slovacchia.
Come mai due investimenti consecutivi fuori dall’Italia? Sono dovuti, spiega Colli-Lanzi, dalla necessità di rafforzare la posizione estera della multinazionale italiana per bilanciare le attività nazionali, che “rischiano di essere penalizzate dall’attuale scenario politico, economico e normativo. Il decreto Dignità è la peggior legge sul lavoro mai fatta: limita gli spazi di manovra di lavoratori ed aziende.”